Il progetto ZOOMARE
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Trieste, 24 settembre 2021 – 30 aprile 2022
Poche aree marine protette, troppi rifiuti: ll nostro pianeta blu è in sofferenza a causa nostra. Continuiamo a ignorarlo, lo maltrattiamo. Non basta essere più GREEN (meno emissioni in atmosfera, proteggere le foreste, avere uno stile di vita più verde…) e ignorare il BLU. Il 71% della superficie terrestre è ricoperto da mari e oceani, che rappresentano oltre il 90% dello spazio vitale del pianeta. Eppure meno del 10% degli oceani è davvero protetto e di questo solo il 3% è totalmente difeso. A causa della crisi climatica e del riscaldamento globale, dell’inquinamento e sovrasfruttamento delle sue risorse, il mare è arrivato così a un punto critico.
L’inquinamento ambientale deriva anche dalla dispersione in mare, diretta o indiretta, dei rifiuti umani che, pur consapevole dei danni che sta provocando all’ecosistema, continua a sversarli senza rispetto. Ovviamente il metodo migliore per evitare l’inquinamento da rifiuti sarebbe quello di non produrli ma, visto che ciò non è possibile dal momento che ogni processo produttivo sia a livello industriale che domestico ne crea, bisognerebbe imparare a utilizzare materiali biodegradabili e sistemi di produzione meno impattanti.
Un modo efficace che ogni cittadino dovrebbe adottare per limitare tale inquinamento difendendo così il nostro mare è quello, non solo di non gettare i rifiuti in mare, ma anche di non abbandonarli sulla terraferma: i venti dominanti nel nostro territorio, bora e scirocco, convogliano in mare il materiale abbandonato a terra.
Durante un monitoraggio durato qualche mese effettuato nell’ambito di una tesi di laurea dell’Università degli Studi di Trieste si è potuto osservare che i volumi dei materiali raccolti dal SEABIN, il “cestino del mare” ubicato nella sede a mare della Lega Navale Italiana, variavano a seconda delle diverse condizioni meteo mareografiche.
ZOOMARE aveva la finalità di sensibilizzare i cittadini sulla problematica dell’inquinamento marino e quanto sia urgente la sua risoluzione.
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The PHERECLOS project aims at creating new partnerships for pathways to higher education and science engagement in regional clusters of open schooling.
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Phereclos has received funding from the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme under grant agreement No 824630.